Una volta l’11 novembre era semplicemente ‘San Martino’. Il giorno canonico per la scadenza dei contratti agricoli, alle belle serate con gli amici con caldarroste e vino nuovo, alle poesie assortite di Giosuè Carducci.
Adesso è anche la Giornata mondiale della salute dell’Uomo, e quella Nazionale degli Abiti Storici.
Forse perché San Martino di Tours (316 – 397), che prima di diventare vescovo era un militare romano di origine pannone, condivise il suo mantello con un povero infreddolito tagliandolo con la spada.
Ed è una figura storica, ralmente esistita. Il padre era un tribuno militare della legione, lui venne chiamato Martino in onore di Marte, il dio della guerra.
Quando era bambino la sua famiglia si trasferì a Pavia e, come tutti i primogeniti dei veterani, venne arruolato nelle Scholae imperiali. Era un corpo militare scelto forte di 5.000 uomini, è quindi certo che gli fossero stati consegnati in dotazione oltre alle armi anche un cavallo e uno schiavo.
Il suo gesto gentile nei confronti del povero che aiutò nella tradizione è legato al particolare clima di questi giorni di fine autunno: l’estate di San Martino, per l’appunto, che dura ‘tre giorni e un pochino’.
Sono i giorni in cui il mosto si tramuta in vino, a Venezia si fanno dolcetti con lasua forma ricoperti di glassa e zuccherini, a Scanno si fanno grandi fuochi per festeggiarlo.
A Praga, nella Repubblica Ceca, un cavaliere lo impersona su un cavallo grigio in una processione che passa anche sul ponte medioevale della città. Lì annuncia l’arrivo dell’inverno e la prima probabile nevicata.
O almeno una volta era così. Per come sta andando il meteo, magari si convertiranno anche lì ad associarlo a qualche giorno di temeprature quasi estive?
Martino si battezzò in età adulta, nel 335, proprio dopo l’episodio del mantello.
La notte seguente sognò Gesù, che gli rivelava di essere il povero che aveva aiutato. RImase nell’esercito sino ai 40 anni, poi dopo una discussione con Giuliano l’Apostata, allora Cesare delle Gallie.
Divenne prima eremita, poi monaco e infine fu chiamato dai cittadini di Tours a diventare loro vescovo. Un ruolo che interpretò con parecchia energia, dimostrando una costante compassione ma anche ingaggiando scontri, se necessario, con i pagani che facevano resistenza armata.
Era un vescovo diverso dai soliti, uomo di preghiera ma anche di azione. Viaggiava molto per le campagne, prestava attenzione ai problemi dei servi che lavoravano la terra.
Fu uno dei primi santi a non morire martire.
La sua festa cade, diversamente dal solito, non nel giorno della sua morte (quindi della nascita al cielo) ma in quello dei suoi funerali.
Di lui si narrano molti miracoli, ma a noi piace in modo particolare perché abbiamo una certezza: San Martino era davvero un cavaliere.
A San Martino sono dedicate moltissime chiese e comuni d’Europa, ma qui ce n’è uno legato a soldati e cavalli per secoli.
























